Si riparte! Dopo un lungo periodo di silenzio, torno a scrivere qualcosa sul web, in particolare su ariadivetro.it il mio sito/blog.
Si riparte con un primo esperimento, almeno per me. Una strada da percorrere per capire se la meta sia o meno quella giusta. Parlo di fotografia astronomica, ovviamente, e della possibilità di fare riprese del cielo profondo con i moderni sensori CMOS e tempi di integrazione brevi.
Ma perché?
Dal mio Osservatorio astronomico “B. Occhialini” di Aielli Stazione (AQ) porto avanti soprattutto misurazioni fotometriche e per avere dati scientificamente utilizzabile è necessario stare attenti a tutti i particolari e quindi l’utilizzo di CCD termicamente stabilizzate è fondamentale.
La fotografia astronomica, al contrario, è per me solamente un momento per rilassarmi sotto il cielo stellato, in beata solitudine, quindi è mia intenzione ridurre al minimo gli “impicci”, a partire dall’autoguida necessaria con montature commerciali come una Skywatcher EQ6.
La strada da seguire, quindi, è quella di fare pose con tempi d’integrazione dell’ordine dei secondi e sfruttare le ottime sensibilità raggiunte dai moderni sensori, unitamente al complessivo basso rumore degli apparati, in particolare quello di lettura. Non solamente, mi spingo ancora avanti e rinuncio anche al raffreddamento del sensore al fine di non avere più la necessità di “tanta” corrente. Le pose molto brevi mi aiuteranno a tenere basso il segnale termico e quindi il rumore.
Per finire, la possibilità di utilizzare strumenti non pensati per la fotografia astronomica del profondo cielo, per esempio i Dobson. Ma con calma, questa è un’altra storia.
La notte tra il 20 ed il 21 ottobre ho provato la mia ASI174mm non raffreddata accoppiata al telescopio Newton dell’Osservatorio, una prova veloce tanto per capire se avesse senso proseguire. Il soggetto è M 1, il risultato mi ha convinto: continuerò lungo la strada che sto percorrendo. Per questioni di tempo non ho ripreso i flat necessari, né i dark (meno necessari). Un evidente gradiente l’ho ridotto artificialmente e ritagliando l’immagine.
Chiaramente non sono né il primo, né l’unico che sta seguendo questa via, ma lo scetticismo c’è ancora. Non da parte mia!
Un po’ di dati:
telescopio: Newton 200 mm f/5
montatura: SW EQ6
sensore: ASI174mm non raffreddato
frame: 240 da 5 secondi d’integrazione l’uno
tempo totale d’integrazione: 20 minuti
elaborazione: Astroart